{ Muriel Barbery, L'eleganza del riccio

{ Muriel Barbery, L'eleganza del riccio
Su una cosa però siamo d'accordo: l'amore non deve essere un mezzo, l'amore deve essere un fine.

mercoledì 13 giugno 2012

A Maggio cambio.


Sto parlando di questo cambiamento, in un modo o nell'altro.
"Devo esser sincero: l'imbarazzo è maturo... non so neanche se t'amo, ma son certo che ti vorrei accanto!"

Lo so, siamo al 13 giugno e io ancora non sono riuscita a scrivere il post mensile... mea culpa, ma ho una buona giustificazione: sono a - 4 esami dalla laurea!!! AAAAAAAAAAHHH!!! Qui posso scriverlo quante volte mi pare... me ne sono tolti 3 in un mese in pratica (con le solite suddivisioni che mi fanno penare l'anima... 3 esami verbalizzati e 6 esami effettivi: poi dice che una si esaurisce!) e adesso me ne mancano altri 3 (da verbalizzare, altrimenti son sempre altri 6 -.-") per potermi prendere un mese di pseudo pausa ad Alghero con i miei ad agosto mentre finisco (DOVREI poter "finire") di lavorare alla tesi.
Ho stampato la brochure del master di quest'anno di comunicazione musicale a Milano.
Mio padre mi ha detto di cominciare a cercare online informazioni circa collegi o sistemazioni per studenti a Milano.
Mia madre continua a stressarmi con i punteggi degli esami perché non vuole che io me ne vada a novembre.
NON VEDO L'ORA. Si intuiva, vero? Sto macinando esami per quello. Sto rinunciando alla mia vita spensierata per quello. Sto rinunciando a vivere la mia età come vorrei per il mio sogno. Altrimenti non sarebbe IL sogno e altrimenti non avrei quello 0,001% di probabilità che diventi il mio sogno realizzato.

Non mi andava tantissimo di scrivere questo post perché Maggio è stato proprio un bel mese, anche se era iniziato malissimo. Gli Avengers, i cd inaspettati, il colore di capelli finalmente definitivo e davvero mooolto apprezzato, il concerto di Tiziano (e Radio Subasio!), la conferenza degli editori, gli esami al CLA e gli esoneri vari ed eventuali, gli incontri con Laura in cripta, i millemila caffè in giro, i festeggiamenti commossi per l'ultima lezione della nostra beneamata triennale e l'ansia che sale, il ritorno all'Hard Rock Cafè, le passeggiate che ti fanno apprezzare le persone, gli ultimi saluti con dei luoghi che hanno significato tanto per te per due anni e che speravi significassero qualcosa anche nel futuro e che invece purtroppo non lo faranno, il riuscire a vedere di nuovo il mare e bagnarmi almeno i piedi e i preparativi per il matrimonio che ti rimetterà in pace con i matrimoni in generale.

Insomma, un mese di quelli per niente semplici, ma di quelli davvero unici.
Specie perché alcune consapevolezze stanno facendo spazio ad altre e non sapendo ancora fino a quando queste consapevolezze terranno banco... non voglio andare a rovinare l'equilibrio instabile. Non si sa mai.



Vorrei aprire il tuo cuore per cercar di vedere quali sono i tuoi vuoti per poterli riempire... vorrei tanto donarti la voglia che ho di averti accanto.

mercoledì 2 maggio 2012

To April with love.

Ormai è mezz'ora che piango e non ne posso più di maggio, già da ancor prima che iniziasse, in pratica.
Cominciamo con ordine, perché aprile si era aperto bene e, fino al 30 è stato un mese che si è comportato in maniera esemplare, oltre ad essere stato il mese in cui sono finita tre giorni all'ospedale per colpa di una colica renale.
I primi giorni del mese tutto normale e tranquillo: c'è Pasqua, fa tempo brutto... solite cose, tra cui il compleanno di mamma nemmeno festeggiato per bene perché è a dieta (Dukan -.-) e quindi niente torta... e va bene. Il giorno di Pasqua siamo tutti insieme appassionatamente da zio Rocco (allegria!) con zia Italia, ma io sogno e attendo Pasquetta e la mia pasquetta personale, ovvero il 10.
Pasquetta da urlo, in giro con la Ka tra Narni, Sangemini, Terni... con Pì, Gnè, Er, Valeria e riuscire anche a far conoscere finalmente di persona Merù alla mia famiglia romana... un sogno! :)
Il giorno dopo un altro sogno: ROMA, Radio Jeans! :) Finalmente il progetto "Seconda stella a destra" comincia a prendere forma, piano piano, ma ce la faremo! Oltretutto, dopo quasi cinque anni di rapporti telematici... finalmente riesco a incontrare di persona Andrea Bosca: un altro sogno diventato realtà!
Il re dei Leprecauni che non mi aspettavo e una di quelle chiacchierate che difficilmente puoi dimenticare, specie se davanti ai microfoni che hanno accompagnato un anno della tua vita parecchio importante...
Il 13 aprile ho acquistato un altro paio di occhiali fintissimi alla nerd, a un anno di distanza dal paio che ho miseramente rotto in quel di Bruxelles... sì, perché questo mese è stato pieno di rimandi "all'anno scorso", con un po' di tristezza, nostalgia e gioia di essere comunque di nuovo in patria.
Il 14 invece ho cambiato colore. Lo so, da una con il viola in testa ci si può aspettare sempre qualcosa di strano, ma stavolta diciamo che ci sono andata giù pesante.... nel senso che mi sono fatta tutta la testa rossa. Un po' in stile Weasley, sì. Speravo che il cambiamento di colore di capelli portasse un cambiamento anche a livello psicologico e invece... penso che quello non lo otterrò mai, devo avere qualche tara strana, non lo so... sarò ritardata in maniera un po' particolare, non ne ho la più pallida idea, so solo che non mi reggo più. Non mi sopporto più da sola, figuriamoci gli altri come fanno. Tornando al colore devo dire che mi piace, però... adesso dovrei fare il rosso irlandese a breve e così ho finito il processo di "coloriamo la testa in maniera diversa"!:)
Il 15 è stata una bellissima giornata, passata con Simone in giro per Terni e con Chiara e Simona in giro per casa :D Una di quelle domeniche che ti fanno sentire in pace con il mondo, quando riesci a conoscere meglio qualcuno a cui vuoi bene e che stimi e quando riesci a passare con le persone che ti fanno stare bene un po' più del tuo tempo ti senti sempre un pochino più invincibile, un pochino più forte, un pochino più felice e sereno.
Il 16 però è arrivata la mazzata: meno male che c'era Valeria e che è riuscita ad avere la prontezza di fare una serie di cose che mi hanno salvata (nel senso stretto del termine) e che mi hanno fatto arrivare in ospedale in ambulanza... per colpa di una colica renale. Un'esperienza tremenda per i dolori lancinanti e per l'ambiente del pronto soccorso che certo non è il posto ideale dove passare due notti e tre giorni... e poi mi sono persa D'Avenia a Perugia, rendiamocene conto!!! Il calcolo comunque l'ho fatto, fatto analizzare e archiviato, alla facciaccia sua.
Dopodiché c'è stata la visione di "To Rome with Love" che per molti è stata una delusione, per molti altri la conferma che Allen fa "un film buono e uno pessimo", per altri ancora una conferma del fatto che il migliore Allen "era quello degli anni '70", ma che per me è stata una vera e propria dichiarazione d'amore alla città che più di ogni altra è il simbolo della bellezza dei sogni; della maestosità del quotidiano; del valore del passato che si amalgama al futuro... Roma è capitale non per caso. Dire queste cose a sei mesi dal momento in cui dovrei allontanarmene ancora maggiormente sembra davvero una presa in giro, ma non c'è nulla di comico... solo di tragicomico, semmai. Insomma, quel film è stato STUPENDO e mi sono innamorata (se possibile) ancor di più della città che per anni per me è significata "libertà" e "joie de vivre" e che continuerà a significarlo per molti altri a venire, poco ma sicuro.
Il 24 si parte per Perugia carichi di roba... fino al 29 sarei rimasta su e necessitavo di un'ampia gamma di cose per affrontare il mio primo Festival Internazionale del Giornalismo da volontaria!
Un'esperienza che ancora non sono in grado di descrivere a parole: dovreste vedere la luce che mi si accende negli occhi quando ne parlo. Posso citare Beppe Severgnini che ha espresso in maniera molto più chiara del mio "un parco giochi, per quel che mi riguarda!" il concetto: "Un luna park per giornalisti!" :)
Corse a destra e a manca; bottiglie d'acqua, bicchieri, penne e bloc notes che non mi ricordavo quasi mai dove si trovassero; Baci Perugina, KitKat e caffè che andavano a ruba come gli Oxygen e i programmi che sparivano in massa; foto, video e registrazioni di qualsiasi cosa si muovesse; incontri; presentazioni; frasi fatte e indicazioni sempre uguali; sorrisi abbozzati; risate senza freni; facce rassicuranti e che stimolassero la gente a farti domande e a sentirsi a suo agio; batticuori all'improvviso e tremarelle da contatto ravvicinato; rassegnazione quando ti prendevano per una ragazzina più piccola e magari eri più grande di loro ("Collaboro con questo giornale da 6 anni..." "Ah, da quando ne avevi 10, in pratica?" "No, da quando ne avevo 16!"); orgoglio e soddisfazione quando presentavi Zai.net e ti facevano i complimenti (riportati tempestivamente a chi quei complimenti se li merita davvero!); soddisfazione quando quel pass serviva a qualcosa; gratitudine nei confronti di chi continuava a ripeterti "Grazie mille per quello che stai facendo", quando "quello che stai facendo" alla fine lo facevi volentieri anche se non ti aspettavi quel casino; Twister verticali con le cuffie e i documenti; liste dei workshop sparite nel nulla ("Non sai i colpi che ti ho mandato!Me li rimangio tutti!") e liste dei workshop custodite nello zaino; la voglia di tornare utile in momenti di sovraffollamento di cose da fare ("Ti stralovvo!") e i crampi alla schiena quando suonava la sveglia; la magia della Apple che fa diventare tutti dei cafoni patentati ("Fatevi una vita!Trovatevi un lavoro!Barboni!"); la magia di finire intervistata dall'inviata di Caterpillar che accompagna tutti i pomeriggi che passo in viaggio in macchina con i miei; la magia di vedere la trasmissione di Radio 24 alla quale ho "partecipato" da Bruxelles l'anno scorso andare in onda davanti ai tuoi occhi; la gioia di riuscire a tornare utile anche in altre due/tre lingue, a seconda dei giorni; l'emozione di parlare del tuo futuro con una persona che lo vive nel presente e il brivido di sentirsi chiedere cosa ne pensassi del panel che avevo atteso da mesi, praticamente. La nostalgia di due giorni dopo, quando ti accorgi che la prossima volta che tornerai a Perugia (domani, praticamente) non ci sarà da correre alla Sala Lippi dell'Unicredit, nè tantomeno alla Sala dei Notari... e che se ti avvicini al Brufani è solo perché ti vai a mangiare il gelato sulle panchine là davanti. Le foto che iniziano a comparire in giro e che ti spulci attentamente per vedere se sei finita da qualche parte... e tanto dispiacere per non esser potuta andare al Volunteer Party dell'ultima sera. Ma il giorno dopo mi aspettava Roma... che mi ha accolto con lo sciopero dei mezzi impedendomi di incontrarmi con chi dovevo incontrare (ç.ç) ma che mi ha fatto vivere un'intervista davvero bella... una round table che ho avuto l'onore di aprire e durante la quale sono riuscita a fare 4/5 domande che volevo davvero fare a uno dei gruppi "emergenti" internazionali che più sono riusciti a colpirmi nell'ultimo periodo ma che mi hanno scioccata quando ho scoperto che sono miei coetanei/più piccoli di me.
Come se durante il Festival non mi fossi sentita già abbastanza vecchia °-° Insomma, i Young The Giant e la scoperta della "Discoteca laziale" (mammamia che negozio da sbavo!) sono state le ultime cose positive di aprile. Perché poi ho rotto una tazza a cui mamma teneva particolarmente...ed è stato l'inizio della fine.
Mi sembrava troppo tempo che mamma rimandava la sfuriata; mi sembrava troppo bello che, seppure con le migliaia di sfighe che ci stanno succedendo da un po' di tempo lei fosse così tranquilla; mi sembrava troppo facile che sopportasse tutti i problemi non prendendosela con me.
E così ritorno ad essere una ragazzina egocentrica, egoista, menefreghista e viziata.
Me stessa in quattro aggettivi. Ah, non era questo il gioco?

sabato 31 marzo 2012

Take my hand...

Incredibile ma vero: il primo aprile mi metto a scrivere il resoconto di marzo... Pesce d'aprile?
No. Odio gli scherzi. Strano ma vero. O meglio... mi piacciono, ma devono essere simpatici e poco cretini, ovvero... non mi piacciono più di tanto.
Sarà che vengo da due giorni così pieni di sorrisi che non riesco a non sorridere ancora adesso... almeno fino alla prossima batosta, penso.
Ma andiamo con calma e analizziamo per benino tutto il mese... che è iniziato in quel di Venezia (come già detto in precedenza :D), dove la mia ricaricabatterie preferita è riuscita nella sua impresa impossibile, rendendomi pronta ad affrontare uno di quei mesi che nascondevano "dietro la schiena" un bel mazzo di fiori... oltre ai miei preferiti, qualche crisantemo, qualche tulipano e qualche margherita (tutti i fiori hanno un significato, me l'ha insegnato uno dei libri più belli che mi abbia mai emozionato: "Il linguaggio segreto dei fiori") c'era anche qualche rosa, bella rossa, ma anche bella piena di spine. Come ho esposto ampiamente lo scorso mese non ho assolutamente intenzione di accontentarmi e forse la mia perseveranza è servita a qualcosa, o perlomeno a portarmi a conoscere altre realtà che potrebbero inserirsi meglio nello spazio vuoto del mio puzzle.
Ufficialmente il mese si è aperto con una festa delle donne assolutamente da urlo. HO INCONTRATO CARLOS RUIZ ZAFON! Ok, adesso smetto di fangirlizzare e mi riprendo. No, scherzi a parte (ecco!): quell'uomo è uno dei miei miti letterari degli ultimi anni... mi mangio (letteralmente!) ogni libro che scrive e l'ultimo è stato il mio regalo di Natale in spagnolo... che altro devo aggiungere secondo voi? Una serata stupenda, sempre grazie alla presenza della mia Pì che ha risposto subito all'appello, non andando a prendere Er e Gné di ritorno da Dublino all'aereoporto e venendo ad emozionarsi con me anche grazie agli accrediti stampa che ci han permesso di relazionarci con belle personcine in giro :D
Altra tappa importante? SAN PATRIZIO, per la miseria.
Non ero mai andata all'Olimpico e mi sono vissuta uno di quei match che certo non sarà stato "IL PARTITONE" del secolo, ma per me è stato M E R A V I G L I O S O.
Un Olimpico strapieno per Italia - Scozia mi serviva proprio... così come il fine settimana di Pì qui a Terni con tanto di cascate e cinema annesso con Gabriele che è stato così disponibile da guidare lui la Ka (altrimenti, conoscendomi, un bel frontale non ce lo toglieva nessuno... devo essere meno emotiva, porcaccia!) ... all'università primo esonero di Teorie e Tecniche della Traduzione preparato in parte anche al percorso verde dove, mentre gli altri correvano come pazzi o camminavano per la salute, noi camminavamo declamando San Gerolamo, Cesarotti, Goethe e compagnia bella... speriamo bene! :)
Certo, la voglia di studiare è sempre più sotto le scarpe, ma spero che la sfida della tesi mi aiuti a ritrovare la carica che mi serve per andare avanti.
C'è poi la questione "piano B" arrivata all'improvviso e assolutamente inaspettata che però, almeno finora, mi è servita almeno come esperienza per compilare un CV europeo in inglese, scrivere una lettera di motivazione e tutto quello che ne è conseguito... non ci resta che aspettare anche qui e vedere cosa ne verrà fuori... e poi organizzarsi di conseguenza.
La notizia bellissima che questo aprile porta con sé è il mio ritorno sulle frequenze di Radio Jeans, o perlomeno ritorno a mettere le cuffie e a fare un programma con la mia omonima preferita che riesce sempre a rendermi felice con tutti i suoi sforzi, i suoi sorrisi e il suo volermi bene e sopportarmi anche in momenti poco "per i quali".
"Seconda stella a destra" è un nome che è tutto un programma... ma sono alla perenne ricerca della mia Isola che non c'è e, pur avendo trovato la mia seconda stella a destra mi rimane di andare sempre dritto fino al mattino... vedo che il cielo sta cominciando a schiarirsi, ma è un processo lento e il sole, che pure torna a risorgere ogni giorno, ci mette il suo tempo: nè un minuto prima, nè un minuto dopo. Devo solo farmi trovare pronta e per quello ci stiamo attrezzando.
Dopo l'esonero c'è stata la cena con gli amici dei miei in cui mamma s'è lasciata scappare il progetto che non doveva lasciarsi scappare e la domenica in cui ci siamo fatti l'en plein: zio Rocco e le zie... non è stata certo una passeggiata, ma alla fine è servito anche quello. In quei due giorni mi sono accorta di quello che devono provare i miei all'idea che io me ne possa andare per un altro lasso di tempo al di fuori dell'Italia, ma oltre che fuori dall'Italia, più che altro fuori dalle loro vite quotidiane e lo so che è una cosa normale, che sono io la prima a volermene andare... ma mettermi nei loro panni è doloroso. Perché mi hanno plasmata loro (nonostante quante possa dirgliene!) e senza di loro non sarei venuta su così (certe volte è una maledizione, in altri casi mi sento davvero fortunata) e sentirmi così amata non è semplice, specie se sei una che non si ama per niente... o meglio, si ama a modo suo, e siccome è un po' tanto inesperta, si ama nella maniera sbagliata, aspettando di potersi amare nella maniera corretta non appena riuscirà a scoprire quale sia. Ok, mi sono ingarbugliata, ma tanto ho capito quello che volevo dire e già il fatto che mi ci sia intricata è l'esempio lampante della situazione in cui verso in questo campo.
Finalmente siamo arrivati al quinto fine settimana del mese (questo 2012 le ha davvero tutte.. non si sa mai cambi qualcosa! :D) e finalmente mi sono catapultata nella realtà capitolina. Un sogno. Un sogno da cui non mi sarei voluta svegliare.
Il 29 è stata una giornata a incastri assurdi, un gioco di equilibri sul filo del quarto d'ora fino alle 14, quando finito tutto quello che dovevo fare mi sono messa in attesa delle 16:30 con un mal di pancia da ansia da prestazione che levati. Dio benedica Pì che mi sopporta anche in situazioni come queste: stravaccate in pieno spirito estivo in macchina con RDS a palla, con i genitori che ci guardavano male e il bagno chimico accanto... aspettando la prima intervista. Già: ho parlato al telefono con Jeff Stinco ("Cccciao Chiaaaara!" [cit.] che mi ha fatto emozionare al pensiero di vederlo da lì a breve... e mi ha emozionata pensando che riusciva a capirmi anche se al telefono e con il vivavoce. Prima parte andata, adesso tocca rendersi presentabile perché la seconda intervista è vis-à-vis con Travis dei We The Kings. Ok, sono pronta: si tratta della mia prima intervista registrata anche video oltre che audio e mi sento una cretina completa, oltre che completamente impresentabile e mai accettabile, ma sorvoliamo.
Un'attesa semi interminabile perché quel geniaccio del male s'è perso per Roma arrampicandosi sul Colosseo e facendosi quasi arrestare (complimenti, Re Leone Roscio!) e non arrivava mai. "Ciao! Siete i migliori!" [Il mio "Grazie!" ha allegato anche un sottotitolo alquanto eloquente "Fai poco il cretino, dude!"] è la prima cosa che ci dice e dopodiché cominciamo con le domande. Inutile dire che mi abbia conquistata: è un pazzo sclerato, bellissimo dal vivo (in video non mi aveva affascinata particolarmente, capelli e tatuaggi a parte!), alto come un vatusso, gentile come pochi e soprattutto traboccava di gratitudine. Una cosa rara in questo ambito, ma probabilmente è una caratteristica prevalentemente italiana, non so... gli stranieri mi sembrano sempre più riconoscenti, boh! Dopo avermi abbracciato dicendomi "I love you" a cui ho risposto con un "I love you too" svogliatissimo mentre gli chiedevo una foto ha concluso l'intervista con la scoccata finale (dopo avermi salvato la vita evitando che finissi sotto una macchina che passava di là in retromarcia! -.-") uscendone con un "Bonita!" che mi ha fatto definitivamente sciogliere.
Il video finirà su Zai.net ovviamente e sono già alla quarta volta che me lo rivedo e ogni volta mi sento sempre più stupida... vabbé, i miei difetti non li finirò mai di elencare, dovrei essermici abituata. Comunque devo dire che fa un grande effetto, non c'è nulla da dire.
Ma durante l'attesa non è che ci siamo proprio girate i pollici (atrofizzati per il freddo, maledetto venticello de Ciampino!): la vita del backstage è qualcosa di unico e, come al solito, mi ha conquistata in maniera totale, compresi i due della crew italiana che volevano provarci e che si sono giocati l'occasione con un "Ma era la tua... ragazza?" quando il cellulare di uno dei due aveva dato segni di vita... ovviamente se n'è accorta Pì, perché io ero clinicamente morta: era uscito Pierre ed ero rimasta in adorazione silenziosa e distanziata, come mio solito, quando tengo a qualcosa sul serio. Non c'è nulla da fare: è più forte di me. Ero rimasta con il cuore muto (s'era proprio fermato quando l'ho visto uscire e sorridere) fino a quando ho chiesto al tour manager di farci una foto se possibile, ma registravano un video mentre si gettava sulle fan in attesa dopo aver registrato un videomessaggio, quindi è rientrato di corsa e me lo sono perso. Ma almeno stavolta me lo sono proprio goduto. Con un bel sorrisino ebete che levati, ma... era vicinissimo. Dopo 8 anni che gli parlo in inglese davanti allo specchio quando ho bisogno di sfogarmi con il mio vecchio migliore amico dei sogni (ve l'ho detto che non sono normale, continuo a confermarvi la teoria della mia insanità mentale!) vedermelo a pochi metri... no, vabbè, è inutile che ne parlo.
Dopo poco esce fuori David e, naturalmente, finché non ha fatto il cretino prima di rientrare nel locale, nessuno se l'è filato di pezza .-." Io mi sono studiata il suo tragitto e, quando è tornato anche lui dalla registrazione del video messaggio, gli ho sorriso facendogli spazio per passare (io mi sono allontanata da una parte, Pì dall'altra, visto che Pierre non ci si era filato di pezza!) e lui, con un sorriso spiazzante come pochi (è un gran pezzo di figliolo anche se è basso: c'è poco da fare! ...e devo ammettere che qualsiasi paio di pantaloni gli sta davvero davvero bene!) mi fa "Would you like to take a photo with me?" MA SCIIIIIIIII!!!! :D Dopodiché foto anche con Pì e poi "Ciao!".. Ciao, che te devo dì?
Dopo poco passano due ragazzine che dovevano andare verso casa (era una strada che portava dall'altra parte della strada e ci passavano tutti i residenti, che ovviamente dei Simple Plan non avevano sentito parlare nemmeno per sbaglio!) e lui fa "Ciao!" (sì, in maniera un po' maniaca, ma simpatica, dai!) e queste "Ciao!" con un sottotitolo chiaro come il loro aggrottamento di sopracciglia: "vedi d'annattene, chi te conosce!"... appena si sono allontanate David si guarda il tour manager e fa "Should have I said "scopami"?" con una faccia da angelo da riempire di schiaffi! Un maniaco, un pazzo maniaco!!! Stiamo ancora ridendo... e allontanandoci :") Sorvoliamo sui dialoghi con i tour manager perché ero a metà tra l'adorazione totale per il loro ruolo e l'urto di nervi che mi era venuto dopo il "Ma sei umbra?" "Perché, si SENTE?" -.-" "Sto zitta, sto zitta, per carità!" Umpf. Dizione time. Ad averci tempo, però.
Dopodiché ci siamo messe in fila per attendere gli accrediti e, nonostante fossimo tra le ultime siam riuscite a conquistarci una postazione niente male, dalla quale mi sono goduta un concerto bello come pochi, tra momenti in cui,a occhi chiusi, quasi pensavo di essere in lavanderia ad aspettare che finisse l'essiccatore o la lavatrice da sistemare, ballando e urlando come una deficente senza domani... poi riaprivo gli occhi e me li trovavo davanti. E non ci credevo. Non ci credevo allora e non ci credo bene neanche adesso. STUPENDO. Ecco perché sono importanti per me: perché loro sanno. Loro sanno. Senza impegni troppo pesanti e legami troppo stretti: loro sanno. Sono dei grandi e lo sanno. Per questo non si comportano da montati. Li adoro. Ok, mi fermo qui e metto punto. Anzi no. Grazie a loro ho anche incontrato Lisa finalmente! :D Non ci speravo più e poi invece ho sentito "Chiara!" nel bel mezzo del casino dell'uscita *-*
Di ritorno a casa siamo rimaste fino alle 3 a parlare da un letto all'altro, durante una delle sessioni di chiacchiere tra superchicche che sono le migliori di sempre... per sempre.
Non riesco a capacitarmi della fortuna che ho avuto a creare un rapporto come quello che ho con le mie Pì e Gné da ormai 4 anni, grazie ai Lost, quello è vero, lo devo riconoscere, ma... non fossero stati loro mi auguro e sono convinta che avremmo trovato un altro modo... altrimenti sarebbe stata una perdita davvero incommensurabile! :)
Il venerdì è cominciato con calma e per piacere, mettendoci d'accordo su luoghi e orari per la mostra di Dalì (dove ho trovato il regalo di compleanno per mamma... e mi ero dimenticata che a breve è il suo compleanno! ...troppo vicino a Pasqua u.u), svegliando Gabriele (mi sento uno schifo quando sveglio qualcuno, odio svegliare la gente!) e incamminandoci verso il Vittoriano dopo pranzo. Il Colosseo ci ha accolti con un sole stupendo (e ormai mi immaginerò sempre Travis in versione Rafiki in giro per il Colosseo -.-") e la mostra è stata davvero splendida, anche per la compagnia, poco ma sicuro! :) Dalì è un pazzo isterico, ancor più di quello che mi immaginavo... "My ego was big" è un eufemismo per quell'uomo! ... ma era un genio, quindi che gli vai a dì? BRAVO, SALVADOR, BRAVO!!! :) "Io ci vedo un... RINOCERONTE!" Sì, Salvador, sì. Finisce tutto a breve, tranquillo! :)
Dopo la mostra di corsa a casa con un autobus che non passava mai e gente strana che lo prendeva, preparazione time e poi.... via, direzione Trastevere!
Una serata come quella di venerdì difficilmente potrò dimenticarla... a parte per il tasso alcolemico del mio sangue (dettagli! Mi sono solo brillata... per benino, ma ricordo tutto... ero nella fase "dico cagate ma mi accorgo delle cagate che dico", in sintesi) ma per il divertimento che c'è stato tutti insieme, Don Alejandro De La Vega a parte :")
Come prima volta a Trastevere devo dire che non potevo immaginare/chiedere di meglio!
Non parliamo dei discorsi tra Denver, "due scudi di gel", pettegolezzi vari ed eventuali e il mio "Io sò SDORCINATA!" [Non si direbbe, eh? Ta-dah! :"D] che davvero meritava un premio della critica... ma ho capito che quando mi brillo sono più napoletana che mai ed essendo cresciuta a suon di tammurriata nera, spingule francesi e 'ncopp' jamm'ja ci può anche stare, in effetti. Penso di non aver riso mai così tanto e Roberta che in macchina si gira e mi fa "No, ti devo guardare: non puoi capire... sei anche più simpatica del solito quando sei brilla!" :"D Ahahahah, di sicuro l'aspetto da Heidi appena scesa dai monti insieme a Fiocco di Neve (o Luppolo biondo, magari!) aiuta... specie se poi uno si mette a fare pipì davanti a un parcheggio privato, dietro la macchina mentre il ragazzo di tua cugina la sta facendo dall'altra parte della strada e poi urli come una disperata in macchina "cantando" Sum41, Blink 182, Green Day affermando, contenta di "poter tornare a ridere" senza aver paura di battezzare la macchina :D
Una serata stupenda con una compagnia fantastica... che a parte farti scappare la pipì dalle risate (aggiungeteci vino e birra... e anche un po' d'acqua, dai... e stiamo a posto!) è capace di farti passare la voglia di salutare e continui a parlare un'altra mezz'oretta dopo i convenevoli perché non ti andrebbe proprio di concludere la serata :)
Insomma, una conclusione di marzo degna di nota, specie se poi ripenso alla corsa per non perdere il treno al binario 2 ovest (continuo a dire che quello 9 e 3/4 non è così difficile da raggiungere se provi il brivido di andare al 2 ovest in 7 minuti netti con valigia, borsa e cinta del trench che ti cade per terra!) con Pì in prima battuta che ferma il treno, Gné che mi portava il trolley in seconda battuta e io che arrivo per ultima perché mi era volato via il biglietto dalle mani (e meno male che non era volato sui binari!) e non riuscivo a capire dove fosse finito -.-" Secondo me era perché la mia voglia di andarmene da Roma era pari a sottozero, ma la cosa che mi rende felice è l'idea che ci tornerò presto... e il 10 arriva in un baleno! :)
Oltretutto aprile promette bene: arriva Merù, ricomincia la radio, Pasqua... certo ci sono gli esoneri, quello che volete... ma torna Glee! :)
...e poi finalmente mi è tornato il battito del cuore a suon di sospiri e sorrisi, il che mi spaventa da morire, ma... c'è da dire che la delusione che mi aveva dato il pensare che Terni potesse farmi trovare quello che cercavo e poi capire che non era davvero il caso mi stava facendo cadere un'altra volta in depressione. Eppure stavolta c'è un altro motivo per cui tenere le antennine del cuore ben dritte, non si sa mai... probabilmente finirà in un niente di fatto, ma già mamma che è positiva è un passo ENORME avanti... le altre volte trovava sempre qualcosa da ridire, stavolta ci trova da ridere e da darmi baci a buffo, quindi forse forse posso continuare a sperare bene. Forse, non lo so. So solo che aprile è iniziato benissimo. Mi è tornata voglia di cantare nonostante la mia voce non ci sia più e un travone si sia impossessato delle mie corde vocali... quindi ho detto tutto! :)
I miei giardini di marzo hanno cominciato a gemmare... bisognerà vedere se aprile sarà clemente e farà venire una bella fioritura. Armiamoci di innaffiatoio, forbicine, cesoie e tanto amore... più di quello, non posso. Il resto lo deve fare il tempo, lo deve fare il terreno, lo deve fare la pianta.

...e penso sia bellissimo.

mercoledì 7 marzo 2012

...now every February you'll be my Valentine.

Cominciamo bene... cominciamo proprio bene!
Secondo mese e sono già in ritardo.... ma vabbè, sono giustificata... ero a Venezia "per trovare materiale per la tesi" (sìsì, dicono tutti così!) :D
Queste giornate in laguna sono state davvero un ritemprante fantastico per lo spirito e mi sento carica di energia per affrontare questo marzo pazzerello che si delinea parecchio movimentato all'orizzonte... sarà per la sfilza di esoneri all'orizzonte, sarà per la sfilza di cose che non vorrei perdermi e che irrimediabilmente mi perderò, sarà per la serie di persone che vorrei poter avere al mio fianco e invece non ho...
Ma sono solo parole.
Ecco, ci siamo... siamo arrivati all'argomento Sanremo :D Febbraio è stato il mese del Festival (inutile che continui a ripetere che Arisa per me ha stravinto? :D Lasciatemi dire che Dolcenera mi ha conquistata e vedere Brian May su quel palco mi ha fatto emozionare... così come mi sono emozionata con Sergio Dalma, ma quello era scontato :D), il mese dei due esami di inglese più belli della storia della mia carriera scolastica (mi vergogno quasi!), il mese della neve (mannaggia la pupazza!), il mese dell'uscita del secondo libro di Tiziano, il mese di San Valentino... e il mese in cui mi sono accorta di non volermi accontentare. In nessun campo, specie in quello sentimentale.
Sono una stupida, lo so. Ma non me la sento di "accontentarmi" per non restare sola... io sola ci sto bene. Per carità, l'Amore lo sogno da sempre e non smetterò certo adesso, ma la cosa basilare è che abbia la A maiuscola, ci siamo capiti?
Non ci posso fare niente, davvero... oltretutto, essendo davvero alle prime armi non posso certo mettermi in cattedra e dire "IO faccio così..." "IO faccio cosà..." ...io non so cosa sto facendo, questa è la realtà. So solo che cerco di seguire i miei ideali e le mie sensazioni/sentimenti e cerco di riportare meno ferite possibili, perché i miei pezzettini poi me li devo raccogliere sempre io, da sola, alle prese con l'attack e qualche cartoncino che mi serva come base del puzzle.
Un febbraio che è stato decisamente foriero di buone nuove, ma con il contagocce... un mese un po' "in sordina", diciamo, che è iniziato innevato ed è finito umido.
Molto caldo, quello sì, perché di novità del genere non me ne aspettavo nemmeno una... e marzo si preannuncia positivo e, speriamo, foriero di ulteriori novità... magari delle belle evoluzioni, chissà. Magari lo scioglimento degno dell'Era Glaciale vedrà finalmente l'arrivo di una Primavera con la p maiuscola, chissà! :)
Intanto ci sono parecchi begli impegni questo mese che lo rendono fantastico da vivere e l'energia accumulata nei giorni veneziani sono certa che mi servirà tantissimo... grazie Merù <3
Ma una menzione particolare va fatta per il 23 e il 24 febbraio: due giornate che valgono tutto il mese in pratica! :D Per quel che riguarda il 23 incollerò quello che ho scritto per Zai.net come resoconto "critico" (ma neanche troppo!) della serata... e per il 24 non posso che dire che è stata una giornata assolutamente PERFETTA e piena di bei sorrisi, begli incontri e belle risate: tanta bella gente, in sintesi! :)
Marzo, adesso tocca a te... vediamo come ti comporti! ;)

Una giornata ai limiti della disco...”


Resoconto di una serata davvero unica in quel dello Spazio Novecento della capitale. Ovvero, Red Foo dei LMFAO, il devasto di cui sono stata spettatrice e il carico di riflessioni che si è portato dietro.


Ho quasi 22 anni (ne dimostro meno di quelli che realmente ho e tendo sempre a dire quanti anni devo compiere, più che dire quanti anni ho realmente), mi reputo una ragazza con le idee chiare anche se abbastanza particolari e sono assolutamente certa di sapermi divertire e di sapere cosa voglia dire avere una vita sociale attiva. Eppure dopo il DS3 Citroen Party allo Spazio Novecento ho cominciato a nutrire seri dubbi sulla realtà che mi circonda: un conto è sentirne parlare, un altro è trovarcisi dentro e trovarsi anche una gomma da masticare attaccata ai capelli da dover togliere tagliando la ciocca sedute su dei divanetti a poca distanza da dove una ragazzina di quindici anni o giù di lì ha appena vomitato un numero non ben identificato di vodka alla fragola.

Non sono una bigotta, né tanto meno una novizia (molti miei amici potrebbero ridere fino alle lacrime alla sola idea!), non sono una salutista (ho i miei bei chili di troppo e odio dover fare movimento, a meno che non sia in occasione di concerti e/o eventi degni di nota!) e non sono astemia (a buon intenditore poche parole!), quindi non scrivo queste cose invasata dallo spirito moralista di Manzoni; semplicemente mi sono sentita uno straccio io al posto di tutti quei ragazzi, miei coetanei e anche più piccoli di me che, per divertirsi devono arrivare a non essere in possesso delle loro facoltà mentali (e a questo punto comincio a dubitare fortemente della presenza delle suddette facoltà, ma qui potrei essere tacciata di razzismo e quindi preferisco sorvolare!).

Mentre cercavo di strapparmi la ciocca di capelli in uno stato d'animo che definire “leggermente alterata” è davvero un eufemismo, e mia cugina (santa donna!) cercava di calmarmi e tirava fuori il set da unghie che mi ha salvato dal cadere dall'orlo della crisi di nervi da cui stavo per buttarmi nel cosiddetto “sbrocco” (in gergo, ndr.) ho sentito un'affermazione che potrebbe finire direttamente nel “Manuale di filosofia spicciola aggiornato 2012/2013”. Una ragazzina aveva urlato, schifata, “Ma qualcuno ha sbrattato!Guarda che schifo!” e si era allontanata di corsa insieme allo sciame delle sue amiche (la maggior parte delle ragazze che ho visto doveva davvero avere i bollori e amare l'equilibrismo... meno male che ho visto con i miei occhi che non eravamo le uniche con i jeans e le sneaker, altrimenti mi sarei sentita ancora di più un esemplare raro, in via di estinzione e nemmeno protetto dal WWF!) in piena crisi di risarella alcolizzata andante (ergo stavano per sbrattare anche loro, dovevano solo trovare qualcun altro che offrisse loro qualche altro cocktail). Un ragazzo dietro di me, al primo anno di università (ha biascicato anche la facoltà ma non sono stata in grado di cogliere bene), si è messo in piedi sul bracciolo del divano e, barcollando in maniera molto dignitosa e con un dito accusatore all'indirizzo dello sciame che stava scomparendo all'interno del locale, fa, con un tono molto convinto: “Lo sbratto ci rappresenta tutti. Inutile che schifi tanto... sbrattare è uno stile di vita e tu ne fai pienamente parte!”. Vi risparmio lo sproloquio che ha seguito questa citazione che è andata dritta dritta nel mio rimario, se solo ne avessi uno.

Probabilmente vi starete chiedendo che cosa ci facessi lì se poi mi ritrovo a criticare tutto e tutti. Aspettate, un motivo ce l'avevo: era presente Red Foo dei LMFAO (acronimo di Laughing My F***ng Ass Off, ndr) per la prima volta in Italia e prima di lui ci sarebbe stato il djset di Albertino di Radio Deejay. Non sono un'amante della discoteca (non lo avreste mai detto, eh?) ma quest'estate mi sono divertita da morire ballando “Rock Party Anthem”, ammiro molto Albertino e tutti i componenti dello staff di Radio Deejay e pensavo fosse un evento imperdibile e anche parecchio divertente. Su “Sexy and I know it” mi sono sempre scatenata e “Sorry for party rocking” non mi dispiaceva, quindi da brava patita onnivora musicale ho preso i biglietti tramite l'apposita applicazione Facebook (quanto stiamo diventando social network avanzati!) e siamo andate.

A posteriori, devo anche aggiungere che, seppur imperdibile e divertente, è stato molto scioccante e scocciante (adoro quando due parole si anagrammano così amabilmente!) per una serie di motivi che non avevo tenuto in considerazione data la mia scarsa frequentazione di locali del genere. A parte la quantità di persone semi infinita presente all'evento aggiungiamo anche la qualità delle persone: ragazzini invasati dal sacro fuoco del “tunz tunz tunz, para para tunz, tunz, tunz” che ti si strusciavano addosso non tanto per provarci ma perché non c'era davvero spazio. Da brave appassionate della transenna ci siamo posizionate in quarta fila, ma dopo tre ore e venti non ne potevamo davvero più. Dalle 22 alle 00:45 poi è stato solo un alternarsi di djset: prima Albertino (degna di nota la presentazione fatta dalla Pina con un giacchetto alla Tigro di Winnie The Pooh che le invidio non poco e l'apparizione lampo di Giovanni Vernia al grido di “Vi stimo, fratelli”!) poi gli americani (la parte dei LMFAO che si vede poco nei video, per capirci!) e finalmente la Rock Party Crew, ovvero il motivo per cui ero lì e Red Foo.

Quando ho cominciato a vedere movimenti di addette ai lavori che mettevano vicino alla consolle bottiglie di vodka, Red Bull e champagne (immancabile per la coreografia di “Champagne Showers”, ovviamente!) ho capito che stavano per arrivare... una volta c'erano i messi reali che annunciavano l'arrivo degli ospiti, adesso c'è Absolut Vodka senza la quale non ci sono ospiti. Gioia, gaudio tripudio e davvero molto stile, complimenti. Inutile negare che Red Foo, a 37 anni suonati, ha il suo fascino, anche in slippini maculati e anche quando ha insistito a gettarsi sulla folla per ben tre volte rimanendo senza maglietta (il giorno dopo ho trovato sulla pagina fan della Citroen le foto dei brandelli di maglietta riportati a casa come cimeli!), senza occhiali e non oso immaginare dove si sia trovato mani altrui perché mi è bastato vedere la reazione al primo tuffo per temere il peggio.
Un party in pieno american style e la cosa più divertente era vedere come si mescolavano ragazzi “in tiro” (le ragazze con i bollori e i tacchi 12 di cui sopra, oltre a ragazzi in camicia, pantalone elegante e maglioncino) a ragazzi in pieno stile LMFAO (sneaker, magliette con scritte ispirate alle canzoni e agli album e pantaloni animalier dai colori improbabili) dando vita a una fauna davvero affascinante e variopinta (di cui io facevo orgogliosamente parte con una fascia zebrata che non usavo da anni!). La cosa tristissima avvenuta sul palco (oltre alle bottiglie di alcool scolate e “ingollate” nel senso tecnico del termine, visto che usano un apposito imbuto che sta spopolando negli States, ma quelle fanno parte dell'immaginario legato a questo tipo di artisti, quindi era stato messo in conto) è avvenuta dieci minuti prima che ce ne andassimo schifate e abbattute proprio da quanto visto: Red Foo si è messo a fare foto con qualche ragazzina under16 salita sul palco (spiegatemi una cosa: se siete arrivate fin lì siete state tra le prime file... perché io sembravo la mezzana di Mulan con i capelli pettinati con l'arricciaspiccia e voi siete perfette nelle vostre microgonne elasticizzate, maglie di pizzo e tacchi 14? Ah sì, scusate, mi ero scordata della protezione del WWF.) e dopo che una di queste gli ha detto qualcosa gettandoglisi al collo se l'è presa per mano e si è allontanato dietro le quinte con in mano anche una bottiglia di vodka, sparendo così per dieci minuti buoni, lasciando me e mia cugina basite e congelate nel bel mezzo della bolgia, poggiate a una parete che tremava così tanto da fare un massaggio shiatsu a chiunque ci si appoggiasse anche per sbaglio. Parliamone. Anzi no, perché diventerei davvero cattiva e molto probabilmente non ne vale nemmeno la pena. Sicuramente non ne vale la pena... però ci sono rimasta comunque male: è uno dei miei limiti... e dire che di episodi del genere non ne ho certo visti pochi... ma vabbè. C'è da dire che di bello c'è stato anche il fatto che sul palco insieme alla Rock Party Crew (due terzi dei quali quasi mettevano paura... ma il restante terzo catturava tutta la mia attenzione, quindi mi sono spaventata poco, diciamo!) ci sono stati 26 ballerini scelti da una giuria (in cui presenziavano Rossella Brescia e Garrison) che hanno letteralmente infuocato il palco mentre Red Foo, dal suo iPhone, si dava da fare per il suo djset. Niente da dire, assolutamente: per il loro genere sono stati davvero bravi, specie se si pensa alla quantità di alcool in circolo e inutile dire che sono dei mostri per quel che riguarda coreografie e siparietti per coinvolgere il pubblico come quello in cui Red Foo ha urlato “Put your drinks up in the air!”. Ovviamente ha ricevuto come risposta un sentitissimo “Nun c'avemo niente da beveeeeee!” a cui ha replicato disarmante “So... put your medium fingers up in the air!”. Io il dito medio lo uso con parsimonia: sono una sua grande estimatrice in quanto segno carico di un significato semiotico fortissimo. Non lo butto all'aria “così, tanto per”... e se proprio lo dovessi tirare su ad un concerto sarebbe sicuramente durante “Il dito medio di Galileo” di Caparezza, come è successo quest'estate, con molto gusto da parte della sottoscritta... ma a posteriori c'è da dire che in effetti ci sarebbe stato tutto, ma non nel senso in cui lo intendeva lui. Ve l'ho detto che ho le idee chiare ma anche abbastanza particolari, no?

mercoledì 1 febbraio 2012

Primo mese dell'anno andato.

Primo appuntamento a scadenza mensile del blog. Uno dei cosiddetti “Buoni propositi dell'anno nuovo” che sto cercando di mettere in atto e a cui desidero tenere fede.
Sto leggendo tantissime cose online di scrittrici, scrittori e aspiranti tali alle prime armi; sto leggendo tanti libri parecchio coinvolgenti (anche se con il senso di colpa guardando il libro di diritto internazionale che mi occhia malissimo e sentendo l'angoscia che sale, specie dopo la performance di marketing... e io che mi affidavo al mio attacco dialettica! Facevo meglio a tacere -.-”) e la voglia di scrivere di fa più forte, così... eccomi qui.
L'ultima serata del primo mese del nuovo anno, poco prima di uscire per tornare (finalmente!) in radio, da Giulia e Martina... per festeggiare anche il compleanno della socia cercando di farle una “sorpresa”, sperando che esca bene :) [è andato tutto decisamente bene! Un grazie di cuore a Giulia e Martina che sono state così gentili, disponibili e affabili... ritornare in radio è stato strano, ma una stranezza bella, particolare... che sentivo mi mancava parecchio, in effetti! Sono davvero felice di essere tornata in quella stanza, con loro, a chiacchierare del più e del meno... solo che avevamo dei microfoni davanti e le nostre voci si espandevano nell'etere... una delle sensazioni più belle di sempre, permettetemi! Chi non ha provato la radio... non sa cosa si perde! ]
Dove cominciare? Dall'inizio dicono che venga meglio... e allora cominciamo da capodanno!
Le prime sei ore e mezza dell'anno sono state davvero inaspettate, divertenti e soprattutto caratterizzate dalle chiacchiere :) Capodanno davvero divertente, tra balletti di “Ai se eu te pego”, countdown aromatizzati al fragolino, cani (Filippo!) che si spazzolano tutta la torta rustica mentre i banchettanti (mamma mia la roba che c'era da mangiare! Sia benedetta la sangria di Ola e benedetto il cava di Gabriele! *-*) stanno di fuori a sparare i botti e passeggiate nottambule a Piazza del Popolo e per il Corso, dove ho maledetto il momento in cui ho deciso di mettermi le ballerine perché mi sembrava di camminare sui vetri a piedi nudi °-°
Fino al 9 (diciamo 10, và!) niente studio perché i miei nervi sono davvero al limite... e ne ho avuto la controprova... tanto che sto seriamente pensando di tentare diritto internazionale solo se mi verrà l'illuminazione divina e riuscirò almeno a finire di leggerlo entro due/tre giorni, perché altrimenti un altro stress in stile Fioroni non posso sopportarlo. [Illuminazione divina non arrivata: diritto internazionale slitta ad aprile... e adesso mi concentro sulla tesi, su linguistica e su inglese economico per i due esami farlocchi di metà febbraio... ma almeno ho un po' più di respiro!]
Un mese strano questo gennaio: tra l'inizio della dieta, la litigata con mia mamma (estesasi anche a papà creando momenti fantastici in cui nessuno parlava praticamente con nessuno -.-”), il matrimonio di Elena e Primo, i plantari, zio Rocco che continua a peggiorare e non sappiamo come muoverci per fargli passare gli ultimi periodi nel modo meno peggiore possibile, gli esami da preparare, l'angoscia che sale...
Come primo mese dell'anno non è stato dei migliori, ma ci sono state delle sorprese, delle conferme e degli accadimenti che lo hanno reso decisamente più accettabile.
L'esame di marketing è stata l'eccezione: una giornata decisamente NO, perlomeno per quel che riguarda la mattina. L'unica consolazione è che ho trovato il modo di “metterci una pezza”, come si suol dire e cercherò di prenderlo come stimolo per fare meglio... talmente meglio che il pensiero di “tentare” diritto internazionale è stato preventivamente accantonato per evitare altri stress del genere. Anche perché al momento urge trovare altro materiale per la tesi; mettersi di buona lena sui primi otto capitoli dell'amabilissimo libro di linguistica e magari dare un po' una letta a inglese economico che, vabbè che è farlocco, ma è pur sempre un esame... così oltretutto posso anche dare una mano con spagnolo a Vale e rientrare nella mentalità ispanica, che mi manca così tanto!
Un gennaio particolare, un po' sottotono... anzi, parecchio sottotono (meno male le telefonate di aggiornamento con le mie cugine/sorelle e il mio pezzetto d'animo veneziano d'acquisizione!) ma vediamo il bicchiere mezzo pieno (non è da me, vero? La sottoscritta non riuscirà mai a vederlo mezzo vuoto o, se un giorno accadrà, sarà vicino alla sua fine. Me lo sento.) e prendiamolo come uno stimolo a fare meglio e come un mese in cui mi sono tolta un esame, ho capito più o meno cosa devo fare in questi mesi a venire e con quali “timing” e... non ho trovato la borsa della Tokidoki di cui mi sono innamorata e che davvero non so più dove andare a cercare -.-”
Quisquilie così venali a parte... incomincio questo febbraio 2012 con un po' più di respiro, un po' più di speranza e un po' più di calma.
Devo riuscire a prendere le cose con un po' più di tranquillità. Mia madre che cerca di posticipare la data di laurea non aiuta, certo. Io DEVO andarmene per novembre. Non ce la faccio più.
Non è un modo di dire. Non c'entra solo Milano. Per come sto messa adesso andrebbe bene anche Roma, andrebbe bene anche un lavoro qualsiasi, andrebbe bene qualsiasi cosa. Ma basta Perugia, basta Terni, basta casa... voglio andare da qualche altra parte; voglio mettermi alla prova in un altro ambiente; voglio stimoli diversi. Questi che ho qui non bastano più, anzi. Quelli che ho qui arrivano da tutt'altra città, ovvero la capitale, come sempre. Arrivano anche da Milano a dir la verità, ma ovviamente quelli restano un po' inascoltati, purtroppo.
Gennaio è stato anche il mese in cui facebook mi ha fatto conoscere la realtà del Berklee College of Music in Valencia... e ho capito che sarebbe davvero IL coronamento del mio sogno.
Sul quadernino dove copio gli sms più importanti da non perdere, ma da preservare, ho annotato, in fondo, sull'ultima pagina, ruotando il quadernino al contrario, il percorso che vorrei fare. Sicuramente ci saranno non pochi cambiamenti, ma lotterò per riuscire a far seguire questo corso agli eventi che mi riguardano da vicino.
Eventi che mi riguardano da vicino e che probabilmente verranno influenzati dalla presenza di persone inaspettate sul mio cammino, che sono entrate a far parte della mia vita senza che io me ne accorgessi e senza le quali adesso non sarebbe così piacevole continuare il percorso.
Mi fa strano perché avevo sempre pensato che questa città non potesse offrirmi niente da quel punto di vista e invece, proprio quando meno te lo aspetti e dove meno te lo aspetti (un ringraziamento speciale alla mia Celestina personale è davvero d'obbligo!) la vita ti sorprende. Magari non sarà quello che mi aspettavo, magari non si evolverà mai in qualcosa che in questo momento potrebbe sembrare promettere, ma intanto mi godo il panorama, come si suol dire.
Certo, non aiuta il fatto di esserne diventata già parecchio dipendente, ma per una volta quasi quasi sembra “condivisa” come cosa.
Oltretutto il periodo non è dei più rosei a livello di “battiti del cuore” da più o meno un anno e mezzo, quasi due... negli ultimi mesi poi la fiducia nei confronti del genere maschile era diminuita in maniera esponenziale a causa di alcuni esempi di “uomini” (le virgolette sono d'obbligo!) che hanno fatto soffrire tantissimo persone a me molto vicine e a cui voglio un bene dell'anima, con cui ho passato dei momenti di stress intensissimo in macchina, davanti alla porta del paese, a parlare e a cercare di essere forte mentre l'unica cosa che avrei voluto fare sarebbe stata abbracciarla e mettermi a piangere con lei. Sembrava si fossero messi d'accordo: un esempio di vita vissuta dietro l'altro e nel mio cuore il punto interrogativo si faceva sempre più piccolo, lasciando spazio a un immenso punto esclamativo che non lasciava margini di cambiamento alla mia decisione di voler rimanere sola per un lungo periodo ancora, perché evidentemente non sono fatta davvero per l'amore. Molto più probabilmente c'è solo da aggiustare le aspettative e mettersi in gioco, non so.
...e con “Stole my heart” dei One Direction (sorvoliamo, per favore. Li ho sempre denigrati tantissimo e invece insieme ai Rio e agli Overtones sono la mia fissazione del momento. Che vergogna. Sono anche più piccoli di me ç.ç ...ma hanno fatto aprire il tour inglese ai Boyce Avenue, come non amarli per questo? :D) di sottofondo posso anche considerare concluso il primo post mensile di questo blog. Sperando che il computer mi assista e mi faccia caricare un'immagine, stavolta.
Ah, ovviamente è valido il detto “A volte ritornano...” (E ovviamente quando meno dovrebbero, altrimenti non tornerebbero, chiaro!) ma stavolta riesco ad essere un po' più compassata... spero.
Certo, tua madre che descrive il ragazzo di cui eri follemente innamorata fino a qualche mese fa come “molto più problematico di quello che pensi” non aiuta; come non aiuta il suo interesse nei confronti della persona che potrebbe anche solo lontanamente interessarti al momento... ma se non fosse sempre pronta a metter becco e a origliare le conversazioni telefoniche “passando per caso” davanti la tua porta... non sarebbe tua madre, no? Quando comincia con “Ho sentito per caso... volevo dirti che però è meglio che...” preoccupati. Sta per darti un consiglio che dovresti prendere in considerazione, ma che non calcolerai minimamente... e probabilmente te ne pentirai.

mercoledì 25 gennaio 2012

...a volte ritornano.

Ebbene sì. Sono tornata indietro nel tempo questi giorni di preparazioni di esami, di patemi d'animo e di scombinazioni particolari d'umore che sono troppo legate a situazioni a cui non mi sarei dovuta abituare così facilmente ma... vabbè, ormai è andata.
Riassumere quello che è successo in questi mesi sarebbe un'impresa impossibile e davvero non sarebbe nemmeno il caso... così incollo l'introduzione dell'ennesimo tentativo letterario (fallito, ovviamente) che ho iniziato quest'estate ad Alghero... così, per ritrovarlo quando, tra qualche tempo tornerò a rileggere queste pagine telematiche.

“Cosa ho che non va?”
Continuava a farsi la stessa domanda senza riuscire a trovare altra risposta se non che non si amava abbastanza e, molto probabilmente, quella sensazione arrivava a pelle a coloro che incontrava sul suo cammino.
“Peccato però che questo discorso funzioni principalmente con i ragazzi” continuava nel suo monologo interiore mentre cercava un'ennesima imperfezione sul viso, davanti lo specchio.
“Del resto lo dicono tutte: nella vita incontrerai un sacco di cretini, non lo sai?”
Chiara aveva raggiunto i 21 anni senza baciare nessuno. Figuriamoci andare oltre.
Senza fidanzarsi con nessuno e senza lasciare che qualcuno si mettesse al suo fianco, le prendesse la mano e la portasse nel suo cuore per farle conoscere un posto del tutto sconosciuto.
Una o due occasioni c'erano state tra i 16 e i 18 anni ma non erano state occasioni colte per diversi motivi. Una di quel paio di occasioni era uno dei suoi rimorsi più grandi.
Ne erano successe di cose. Era successo un po' di tutto, ma non cambiava quel senso di inadeguatezza al mondo che sperava se ne sarebbe andato presto ma che non accennava a lasciare il suo posto. Forse “un po' di tutto” non è l'espressione giusta... diciamo che erano successe una serie di cose che succedono un po' a tutti i teenager e non proprio più teenager.
Uno degli ultimi eventi più significativi (oltre al fatto che il ragazzo di cui era innamorata l'aveva delusa su tutta la linea, aiutandola a disinnamorarsi gradualmente dell'idea di lui che si era (erroneamente!) creata e al fatto di aver dato 10 esami in poco più di due settimane durante la sessione estiva pur continuando a fare vita sociale seppur sotto antibiotici e con una voce da trans da fare invidia a Lady Gaga nei momenti di maggior splendore) della sua giovane vita era stato il periodo di tre mesi passato a Bruxelles per il servizio civile europeo.
Le era servito davvero tanto (nonostante sua madre continuasse a rinfacciarle i sacrifici fatti per starle dietro), talmente tanto che se ne stava accorgendo a due mesi di distanza dal suo rientro.
Uno degli effetti più evidenti era stata l'esigenza di crescere, di far capire a tutti che seppur “piccola” aveva le idee chiare sul suo futuro e non avrebbe permesso che qualcun altro le rubasse i sogni. Così facendo si era chiusa ancor di più su se stessa per quel che riguarda la sfera sentimentale, non facendo passare più nessuno oltre un certo limite, a parte l'unica persona che avrebbe dovuto ricacciare fuori dalle aste della palizzata. Ma questo è un altro discorso.
Tornata dalla capitale europea infatti aveva seriamente capito che in quel periodo non aveva davvero tempo e modo di star dietro a un ragazzo che diventasse qualcosa in più di una relazione così, tanto per non rimanere soli.
“Io sola alla fine ci sto anche bene... e davvero, non posso permettermi ulteriori impegni.”
Continuava a ripeterselo in loop, per convincersi della veridicità dell'affermazione che invece la stava logorando in profondità perché, proprio quando aveva smesso di aspettarsi qualsiasi prova di segno di interesse da parte del sesso opposto... si sono messi in fila i peggiori del mondo.
Non faceva tanto per dire quando, scuotendo la testa, raccontava alle sue amiche che davvero non capiva come fosse possibile che la legge di Murphy ci azzeccasse sempre.
Prima l'accollo telematico che sarebbe anche carino e romantico se non fosse che non si smuove di un millimetro dal rapporto del “messaggio privato”... finché stava a Bruxelles le andava bene ma adesso che motivo c'era per non incontrarsi? Si erano anche scontrati più volte nella zona dell'università... perché non mettersi d'accordo? Mah, non riusciva a capirlo e archiviava il caso dicendo che non le interessava davvero e avrebbe aspettato un segno di vita da parte sua prima di chiudere definitivamente la pratica.
Poi ci si è messo il professore provolone che l'aveva spaventata davvero e che non sapeva come prendere, né tanto meno come comportarsi, di conseguenza. Una di quelle persone interessanti, colte, stimolanti, dai mille interessi... ma con un'attenzione particolare per tutte le alunne, a turno. Il che non la tranquillizzava affatto, se oltretutto pensava che doveva ancora verbalizzare un (forse?) voto che non si sapeva se esistesse o meno e l'idea di dover dare un altro esame alla cieca, così, solo perché erano 12 crediti decisamente appetitosi, sempre con lui che la inquietava con la sua presenza... non era molto sicura di voler rischiare e cercava semplicemente di non pensarci.
Prima di partire poi tutto l'interesse e la simpatia improvvisa per quel compagno di corso che a malapena salutava l'anno precedente solo perché ci aveva dato un esame insieme... le puzzava: conoscendosi si stava soffermando un po' troppo su di lui e averlo sognato sdoppiato non aiutava certo a non pensarci.
Aggiungiamoci poi la ciliegina sulla torta, il “dulcis in fundo”, il coronamento del quadro desolante che il suo cuore, il suo cervello e il suo stomaco contemplavano scuotendo chi la testa, chi un dito e chi singhiozzando disperatamente: il viscido che l'aveva scambiata per una ragazza di facili costumi. Le mancava, in effetti.
Il suo corpo oltretutto non la aiutava nella comprensione di quel comportamento assurdo: era sovrappeso e non aveva intenzione di seguire un'ennesima dieta che l'avrebbe resa isterica più di quanto già non fosse esaurita, quindi sperava che questo fattore l'avrebbe preservata da tentativi di approcci del genere, che la spaventavano quanto la disgustavano.
La facilità con cui quel tipo, di poco più grande di lei, le si era proposto come accompagnatore per una serie di incontri senza legami e senza troppi pensieri l'aveva così scioccata che non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di lei che picchiava a sangue quel disgraziato.
Cosa che ovviamente non aveva fatto al momento perché troppo scioccata e troppo convinta che la stesse prendendo in giro. A dirla tutta, all'inizio ci aveva anche riflettuto sopra seriamente.
Le si stavano proiettando davanti una serie di immagini della vita meno complicata (per alcuni versi, non certo per altri!) che avrebbe potuto avere se avesse accettato la proposta indecente.
Ringraziando Dio (e una serie di amici che non si sono certo tirati indietro nel momento del bisogno, rispondendo alle mail e alle telefonate scioccate di una Chiara che non si capacitava di quello che le era capitato) era rinsavita presto, specie dopo aver visto che lo shock l'aveva portata a raccontare il tutto persino a sua madre.
Inutile descrivere la reazione della mamma che, scioccata, dopo aver chiesto se ci avesse provato toccandole i capelli o cosa, le aveva imposto di smettere di parlare con quel “deficiente di prima categoria”. Sua mamma chiamava tutti “deficiente” o “cretino” quando facevano qualcosa che non andava bene per lei.
Chiara non sapeva bene come definirlo... anche perché, come aveva ammesso alla sua migliore amica che, conoscendola meglio delle sue tasche, aveva fatto la domanda giusta, le rodeva davvero non poco il fatto che il ragazzo in questione le sarebbe potuto interessare se non si fosse presentato così male. Probabilmente l'avrebbe anche potuta convincere a concedersi (in parte, molto in parte... le sue idee a proposito erano molto rigide o perlomeno non aveva incontrato qualcuno che la convincesse ad ammorbidirle) se si fosse sprecato a tentare un approccio un minimo (ma un minimo,eh!) meno animalesco e meno da agente bancario. Le aveva proposto il tutto presentandoglielo sotto tutti i suoi aspetti positivi, convincendola quasi che fosse un investimento per il futuro... ma certo.
La sua amarezza rasentava i massimi storici e non sapeva davvero più come fare per far sì che la sua fiducia nel prossimo (specie se del sesso opposto e se in una fascia d'età compatibile con la sua) cominciasse a crescere di nuovo e così, una sera in cui i suoi erano andati da tutt'altra parte per una conferenza su San Michele decise di prendere in mano il notebook e cominciare a buttare giù i suoi pensieri per cercare di sfogarsi e magari trovare una soluzione allontanandosi dall'occhio del ciclone in cui si ritrovava e da cui non riusciva a scappare.
Si sentiva molto Dorothy del Mago di Oz, purtroppo senza scarpette rosse, senza cagnolino, senza compagni di avventura e, soprattutto, senza un Mago di Oz che si rispetti.
Aveva solo il notebook sulle gambe, un vestito da lavori di casa (aveva appena finito di stirare e di far finta di studiare) e non aveva nemmeno voglia di iniziare a scrivere, ma cominciò lo stesso e iniziò a scavare nelle sue esperienze precedenti che l'avevano portata a questo punto di non ritorno.
La musica che inondava la sala, le dita che scorrevano veloci sulla tastiera e un milione di immagini che le passavano davanti gli occhi e che, affollandosi, creavano una serie di sfumature di colori, sorrisi, impressioni ed esperienze che solo mettendo tutto nero su bianco avrebbe potuto cercare di rendere fisse e stabili. Almeno dal suo punto di vista, per quello che la riguardava, ovviamente.
Tutto cominciò da una pagina bianca, una barretta nera, una tastiera e delle unghie viola.
Bisogna sempre fare attenzione al colore dello smalto.
“Sono i dettagli che contano” continuava a ripetersi, mentre dal bagno si spostava nel salotto, con la decisione presa nel cuore di cominciare a buttare giù quello che state leggendo in questo momento.
Aveva finito in meno di 24 ore uno dei libri che sentiva le avrebbe cambiato la vita.
“Blanca como la nieve, roja como la sangre” di Alessandro D'Avenia. Il titolo italiano è “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, ma in spagnolo il modo di dire è un altro e così ecco spiegato il mistero della neve. Oltretutto lei era anche la madrina di Neve, inutile dire che il titolo le piacesse di più in spagnolo. Ma in spagnolo le piaceva tutto di più, non c'era verso.
Sapeva che l'avrebbe cambiata, lo aveva intuito dalla prima volta che aveva visto la copertina in libreria, quasi un anno prima, ma non lo aveva mai acquistato perché sua madre le aveva rimproverato le troppe spese per i libri (erano tutte e due malate di carta stampata) e suo padre continuava a ripetere che da un momento all'altro sarebbero usciti loro di casa per far spazio ai libri.
Ma il giorno prima era stato diverso. Era occupata
con il ragazzo di cui si era innamorata da tempo (ma ai suoi non riusciva ancora a dire la parola “innamorata”, usava “persa”, “cotta” o altre perifrasi... sapeva che l'avrebbero guardata male altrimenti) e stava aspettando che sua madre finisse il giro nella libreria, dando un'occhiata ai libri in lingue straniere. Aveva visto solo quel titolo. Lo aveva afferrato e lo aveva mostrato alla madre, che le aveva detto che non aveva soldi con sé. Non era vero, i soldi li aveva, alla fine del suo giro le aveva chiesto se lo volesse davvero quel libro e lei, sorridendo le aveva detto “Certo, così faccio anche esercizio,no?” e, soddisfatta del suo mezzo raggiro, era uscita dalla libreria stringendo tra le mani l'edizione economica di un libro che era sicura non l'avrebbe lasciata dormire tanto tranquilla.
Quando aveva queste sensazioni raramente si sbagliava, purtroppo e per fortuna per lei, e così aveva cominciato a leggere. Una lettura devastante, partecipata, sentita... a tal punto che, quando doveva interrompere per fare qualcos'altro, sentiva di essere riemersa da un'apnea incredibile, dalla quale doveva riprendersi sgranando gli occhi e respirando a fondo.
Entrare in quel mondo, in quella storia, in quelle esistenze fittizie ma probabili le aveva fatto nascere e crescere nel petto e nel centro dello stomaco la necessità morbosa di mettersi a scrivere anche lei. Come se facesse altro nella vita da cinque anni a quella parte.
Come se fosse questione di vita o di morte. Come se non ci fosse nient'altro da fare.
“Sarà che scrivere è la psicoanalisi dei poveri” si ripeteva mentre continuava a parlare di sé in terza persona. “Sarà che non riesco a tenere più un diario e tenere un blog non è il caso visto che non potrei parlare liberamente di quello che sento”.
Fatto sta che eccola qui, a cercare le parole giuste, le espressioni adatte e le immagini calzanti per riversarsi in parole scritte e stampate che forse un giorno qualcuno leggerà, o magari anche no.
O magari rimarrà nei files del computer come le centinaia di files iniziati e mai finiti di abbozzi di sfoghi letterari come questi.
Chissà... sa solo che questa era il primo passo, la prima pietra, la prima mossa...
Questa era solo l'introduzione.

Ovviamente i vari capitoli a cui avevo accennato prima sono stati tutti chiusi senza nessuna speranza d'appello...
Ovviamente mi sono rimessa a dieta da 15 giorni (ottenendo anche qualche risultato)...
Ovviamente il professore provolone l'ho dovuto riaffrontare (grazie a Valeria che non mi ha lasciata sola, ovviamente!) e, oltre a verbalizzare l'esame di luglio ho verbalizzato anche quell'esamone da 12 crediti di cui parlavo e che spero mi varrà come tappabuchi per la tesi...

Ovviamente non so quando tornerò a scrivere su questo blog, ma mi è mancato davvero troppo e sento la necessità fortissima di scrivere di quello che sento, quello che penso, quello che vivo... e allora ho deciso: una volta al mese scriverò un intervento, nello specifico un intervento che riassuma quello successo durante il mese trascorso... ovviamente senza impegno.

...perché a volte ritornano.

sabato 9 aprile 2011

Avril.

Cavoli, ad aprile ancora non avevo scritto nulla... ma com'è stato?
... è stato che ho avuto una valanga di cose da fare e altrettante mi aspettano nei giorni a venire.

Fatemi sfogare.

GRAZIE A DIO!!! :)

Mi sentivo un'ameba, un involucro senza scopo e soprattutto, non vedevo un fine ultimo di questa mia esperienza che non dava segni di voler ingranare... e invece adesso mi sembra tutto veloce, abbastanza rapido e... soprattutto IMPERDIBILE! :)

Siamo riusciti ad andare a Bruges... ed è stata decisamente WOW!

Ho mangiato la mia prima mitraillette dopo la seconda visita al museo Magritte (gratis: "le premier mercredi du mois le musée est gratuit!") e siamo andati una seconda volta dal messicano dove, tra una Loeffe da 9 gradi come inizio, una seconda Loeffe bionda normale come secondo tiro e il vino rosso dal messicano... mi sono dovuta lanciare sul budino quando sono rientrata a casa e la notte ho bevuto abbastanza acqua per dissetare un turista perso nel deserto.

Sto diventando drogata di frullati di Guapa, Pulp o qualsiasi altra catena che faccia frullati del genere, specie se con i cerali.

Sono riuscita a finire la prima parte della mia inchiesta sui giornalisti italiani referenti a Bruxelles, venendo a contatto con realtà tanto diverse quanto intriganti e formative.

Siamo riusciti a far partire le prime interviste per il programma della EYP e sono strafelice perché ho fatto la mia prima intervista in spagnolo (che si possa definire tale!) e ho anche incontrato tramite skype l'uomo della mia vita (sì, va bene... più o meno!Tralasciamo questo genere di dettagli!).

Forse forse sono anche riuscita a imparare come si usa il radiokit e come potremo riuscire a far funzionare il tutto a Mol...

Mol.

CAZZO. Scusate il francesismo ma... no, rendiamoci conto della situazione.
Quella scuola è qualcosa di INCREDIBILE. Mi sento una piccola formica a confronto di tutto quello che è là dentro... specie dei ragazzi che a 17 anni conoscono 5 lingue, di cui 3 magari da quando hanno 4 anni. Grazie, davvero... mi sento molto meglio, devo ammetterlo.
Il panico poi dopo 10 ore di stress vari (treno soppresso, coincidenze perse, insofferenza dovuta alle mille fermate del treno che avevamo preso, corsa in stazione a Antwerpen Berchem perché il treno che ci avrebbe portato a Geel sarebbe partito da lì a 3 minuti (che culo!), telefonata al preside (con cui c'erano stati dei problemi legati al contratto del radio kit, risolti poi dopo, ringraziando chi di dovere!) per avvertire del ritardo (io che parlo in inglese col discorsetto che m'ero preparata e lui "Con me può anche parlare italiano se vuole,eh!" ._." ehm.), arrivo in stazione, pullmino privato che ci porta nel bel mezzo dei boschi in questa dimensione parallela, conoscenza di millemila persone che a sentire "They're the guys from Radio Jeans from Italy" si illuminavano, etc. etc. etc... ah!Miss Indipendent in mensa è stato divino :D) quando non riuscivo più a parlare in nessuna lingua comprensibile al genere umano ed ero ripresa da uno dei ragazzi, davanti ad altri 20/24 occhi, mentre cercavo di tradurre la spiegazione che faceva Ale del radio kit e di come usarlo correttamente.
Un parto, ma un parto quadrigemellare che, quando ti accorgi che sono due femmine e due maschi, non si assomigliano e sono bellissimi anche se piangono come disperati... ti sciogli.
Infatti è quello che è successo sul treno del ritorno.

Ma non era finita!

Incontro con Francesco Guarascio e Alessandro Pavone che hanno reso interessantissima una mezz'ora passata sui divanetti della Commissione parlando del mondo del giornalismo e della loro realtà di inviati all'estero...
...per poi concludere il tutto con l'arrivo dei miei (e delle mie cose che attendevo da un mese *-* Belle di mamma!... ho le cuffie anche io!!!Ahahahahah!Inutile che fate i fighi, adesso anche io andrò in giro con le mie Skull Candy versione Tokidoki!Tiè! xD) e con successiva presentazione di Mireille e sistemazione di bagagli + cena al Beaulieu+ chiamata taxi e successiva tirata fino alle una. Sì, praticamente ho vissuto 19 ore non stop... ma alla fine il motivo per cui sono andata a dormire così tardi c'è eccome.

Diciamo che attendo con impazienza notizie che mi facciano benedire il fatto di essere venuta qui a Bruxelles ancora una volta di più :)

Guarda, sono così felice che quasi quasi ho anche voglia di studiare! :D

Prima però... diciamo che ho una serie di cose da scrivere/fare/visionare/ascoltare... e non vedo l'ora! :) Tra cui anche delle informazioni da prendere circa il 7 maggio... *o*

Bene, andiamo incontro alla giornata: forse forse sarà molto interessante... si cucina con mamma nella cucina di Mireille una cena italiana per festeggiare anche il compleanno di mamma, che ieri ha apprezzato molto il mio regalo di compleanno... il che è stato soddisfacente visto che sennò non le vanno mai bene i miei regali! :)

...que tu voluntad se mantenga siempre contraria a estas instigaciones, y vive tranquila que ahì no hay culpa sino complacencia de Dios y ganancia para tu alma.