{ Muriel Barbery, L'eleganza del riccio

{ Muriel Barbery, L'eleganza del riccio
Su una cosa però siamo d'accordo: l'amore non deve essere un mezzo, l'amore deve essere un fine.

mercoledì 7 marzo 2012

...now every February you'll be my Valentine.

Cominciamo bene... cominciamo proprio bene!
Secondo mese e sono già in ritardo.... ma vabbè, sono giustificata... ero a Venezia "per trovare materiale per la tesi" (sìsì, dicono tutti così!) :D
Queste giornate in laguna sono state davvero un ritemprante fantastico per lo spirito e mi sento carica di energia per affrontare questo marzo pazzerello che si delinea parecchio movimentato all'orizzonte... sarà per la sfilza di esoneri all'orizzonte, sarà per la sfilza di cose che non vorrei perdermi e che irrimediabilmente mi perderò, sarà per la serie di persone che vorrei poter avere al mio fianco e invece non ho...
Ma sono solo parole.
Ecco, ci siamo... siamo arrivati all'argomento Sanremo :D Febbraio è stato il mese del Festival (inutile che continui a ripetere che Arisa per me ha stravinto? :D Lasciatemi dire che Dolcenera mi ha conquistata e vedere Brian May su quel palco mi ha fatto emozionare... così come mi sono emozionata con Sergio Dalma, ma quello era scontato :D), il mese dei due esami di inglese più belli della storia della mia carriera scolastica (mi vergogno quasi!), il mese della neve (mannaggia la pupazza!), il mese dell'uscita del secondo libro di Tiziano, il mese di San Valentino... e il mese in cui mi sono accorta di non volermi accontentare. In nessun campo, specie in quello sentimentale.
Sono una stupida, lo so. Ma non me la sento di "accontentarmi" per non restare sola... io sola ci sto bene. Per carità, l'Amore lo sogno da sempre e non smetterò certo adesso, ma la cosa basilare è che abbia la A maiuscola, ci siamo capiti?
Non ci posso fare niente, davvero... oltretutto, essendo davvero alle prime armi non posso certo mettermi in cattedra e dire "IO faccio così..." "IO faccio cosà..." ...io non so cosa sto facendo, questa è la realtà. So solo che cerco di seguire i miei ideali e le mie sensazioni/sentimenti e cerco di riportare meno ferite possibili, perché i miei pezzettini poi me li devo raccogliere sempre io, da sola, alle prese con l'attack e qualche cartoncino che mi serva come base del puzzle.
Un febbraio che è stato decisamente foriero di buone nuove, ma con il contagocce... un mese un po' "in sordina", diciamo, che è iniziato innevato ed è finito umido.
Molto caldo, quello sì, perché di novità del genere non me ne aspettavo nemmeno una... e marzo si preannuncia positivo e, speriamo, foriero di ulteriori novità... magari delle belle evoluzioni, chissà. Magari lo scioglimento degno dell'Era Glaciale vedrà finalmente l'arrivo di una Primavera con la p maiuscola, chissà! :)
Intanto ci sono parecchi begli impegni questo mese che lo rendono fantastico da vivere e l'energia accumulata nei giorni veneziani sono certa che mi servirà tantissimo... grazie Merù <3
Ma una menzione particolare va fatta per il 23 e il 24 febbraio: due giornate che valgono tutto il mese in pratica! :D Per quel che riguarda il 23 incollerò quello che ho scritto per Zai.net come resoconto "critico" (ma neanche troppo!) della serata... e per il 24 non posso che dire che è stata una giornata assolutamente PERFETTA e piena di bei sorrisi, begli incontri e belle risate: tanta bella gente, in sintesi! :)
Marzo, adesso tocca a te... vediamo come ti comporti! ;)

Una giornata ai limiti della disco...”


Resoconto di una serata davvero unica in quel dello Spazio Novecento della capitale. Ovvero, Red Foo dei LMFAO, il devasto di cui sono stata spettatrice e il carico di riflessioni che si è portato dietro.


Ho quasi 22 anni (ne dimostro meno di quelli che realmente ho e tendo sempre a dire quanti anni devo compiere, più che dire quanti anni ho realmente), mi reputo una ragazza con le idee chiare anche se abbastanza particolari e sono assolutamente certa di sapermi divertire e di sapere cosa voglia dire avere una vita sociale attiva. Eppure dopo il DS3 Citroen Party allo Spazio Novecento ho cominciato a nutrire seri dubbi sulla realtà che mi circonda: un conto è sentirne parlare, un altro è trovarcisi dentro e trovarsi anche una gomma da masticare attaccata ai capelli da dover togliere tagliando la ciocca sedute su dei divanetti a poca distanza da dove una ragazzina di quindici anni o giù di lì ha appena vomitato un numero non ben identificato di vodka alla fragola.

Non sono una bigotta, né tanto meno una novizia (molti miei amici potrebbero ridere fino alle lacrime alla sola idea!), non sono una salutista (ho i miei bei chili di troppo e odio dover fare movimento, a meno che non sia in occasione di concerti e/o eventi degni di nota!) e non sono astemia (a buon intenditore poche parole!), quindi non scrivo queste cose invasata dallo spirito moralista di Manzoni; semplicemente mi sono sentita uno straccio io al posto di tutti quei ragazzi, miei coetanei e anche più piccoli di me che, per divertirsi devono arrivare a non essere in possesso delle loro facoltà mentali (e a questo punto comincio a dubitare fortemente della presenza delle suddette facoltà, ma qui potrei essere tacciata di razzismo e quindi preferisco sorvolare!).

Mentre cercavo di strapparmi la ciocca di capelli in uno stato d'animo che definire “leggermente alterata” è davvero un eufemismo, e mia cugina (santa donna!) cercava di calmarmi e tirava fuori il set da unghie che mi ha salvato dal cadere dall'orlo della crisi di nervi da cui stavo per buttarmi nel cosiddetto “sbrocco” (in gergo, ndr.) ho sentito un'affermazione che potrebbe finire direttamente nel “Manuale di filosofia spicciola aggiornato 2012/2013”. Una ragazzina aveva urlato, schifata, “Ma qualcuno ha sbrattato!Guarda che schifo!” e si era allontanata di corsa insieme allo sciame delle sue amiche (la maggior parte delle ragazze che ho visto doveva davvero avere i bollori e amare l'equilibrismo... meno male che ho visto con i miei occhi che non eravamo le uniche con i jeans e le sneaker, altrimenti mi sarei sentita ancora di più un esemplare raro, in via di estinzione e nemmeno protetto dal WWF!) in piena crisi di risarella alcolizzata andante (ergo stavano per sbrattare anche loro, dovevano solo trovare qualcun altro che offrisse loro qualche altro cocktail). Un ragazzo dietro di me, al primo anno di università (ha biascicato anche la facoltà ma non sono stata in grado di cogliere bene), si è messo in piedi sul bracciolo del divano e, barcollando in maniera molto dignitosa e con un dito accusatore all'indirizzo dello sciame che stava scomparendo all'interno del locale, fa, con un tono molto convinto: “Lo sbratto ci rappresenta tutti. Inutile che schifi tanto... sbrattare è uno stile di vita e tu ne fai pienamente parte!”. Vi risparmio lo sproloquio che ha seguito questa citazione che è andata dritta dritta nel mio rimario, se solo ne avessi uno.

Probabilmente vi starete chiedendo che cosa ci facessi lì se poi mi ritrovo a criticare tutto e tutti. Aspettate, un motivo ce l'avevo: era presente Red Foo dei LMFAO (acronimo di Laughing My F***ng Ass Off, ndr) per la prima volta in Italia e prima di lui ci sarebbe stato il djset di Albertino di Radio Deejay. Non sono un'amante della discoteca (non lo avreste mai detto, eh?) ma quest'estate mi sono divertita da morire ballando “Rock Party Anthem”, ammiro molto Albertino e tutti i componenti dello staff di Radio Deejay e pensavo fosse un evento imperdibile e anche parecchio divertente. Su “Sexy and I know it” mi sono sempre scatenata e “Sorry for party rocking” non mi dispiaceva, quindi da brava patita onnivora musicale ho preso i biglietti tramite l'apposita applicazione Facebook (quanto stiamo diventando social network avanzati!) e siamo andate.

A posteriori, devo anche aggiungere che, seppur imperdibile e divertente, è stato molto scioccante e scocciante (adoro quando due parole si anagrammano così amabilmente!) per una serie di motivi che non avevo tenuto in considerazione data la mia scarsa frequentazione di locali del genere. A parte la quantità di persone semi infinita presente all'evento aggiungiamo anche la qualità delle persone: ragazzini invasati dal sacro fuoco del “tunz tunz tunz, para para tunz, tunz, tunz” che ti si strusciavano addosso non tanto per provarci ma perché non c'era davvero spazio. Da brave appassionate della transenna ci siamo posizionate in quarta fila, ma dopo tre ore e venti non ne potevamo davvero più. Dalle 22 alle 00:45 poi è stato solo un alternarsi di djset: prima Albertino (degna di nota la presentazione fatta dalla Pina con un giacchetto alla Tigro di Winnie The Pooh che le invidio non poco e l'apparizione lampo di Giovanni Vernia al grido di “Vi stimo, fratelli”!) poi gli americani (la parte dei LMFAO che si vede poco nei video, per capirci!) e finalmente la Rock Party Crew, ovvero il motivo per cui ero lì e Red Foo.

Quando ho cominciato a vedere movimenti di addette ai lavori che mettevano vicino alla consolle bottiglie di vodka, Red Bull e champagne (immancabile per la coreografia di “Champagne Showers”, ovviamente!) ho capito che stavano per arrivare... una volta c'erano i messi reali che annunciavano l'arrivo degli ospiti, adesso c'è Absolut Vodka senza la quale non ci sono ospiti. Gioia, gaudio tripudio e davvero molto stile, complimenti. Inutile negare che Red Foo, a 37 anni suonati, ha il suo fascino, anche in slippini maculati e anche quando ha insistito a gettarsi sulla folla per ben tre volte rimanendo senza maglietta (il giorno dopo ho trovato sulla pagina fan della Citroen le foto dei brandelli di maglietta riportati a casa come cimeli!), senza occhiali e non oso immaginare dove si sia trovato mani altrui perché mi è bastato vedere la reazione al primo tuffo per temere il peggio.
Un party in pieno american style e la cosa più divertente era vedere come si mescolavano ragazzi “in tiro” (le ragazze con i bollori e i tacchi 12 di cui sopra, oltre a ragazzi in camicia, pantalone elegante e maglioncino) a ragazzi in pieno stile LMFAO (sneaker, magliette con scritte ispirate alle canzoni e agli album e pantaloni animalier dai colori improbabili) dando vita a una fauna davvero affascinante e variopinta (di cui io facevo orgogliosamente parte con una fascia zebrata che non usavo da anni!). La cosa tristissima avvenuta sul palco (oltre alle bottiglie di alcool scolate e “ingollate” nel senso tecnico del termine, visto che usano un apposito imbuto che sta spopolando negli States, ma quelle fanno parte dell'immaginario legato a questo tipo di artisti, quindi era stato messo in conto) è avvenuta dieci minuti prima che ce ne andassimo schifate e abbattute proprio da quanto visto: Red Foo si è messo a fare foto con qualche ragazzina under16 salita sul palco (spiegatemi una cosa: se siete arrivate fin lì siete state tra le prime file... perché io sembravo la mezzana di Mulan con i capelli pettinati con l'arricciaspiccia e voi siete perfette nelle vostre microgonne elasticizzate, maglie di pizzo e tacchi 14? Ah sì, scusate, mi ero scordata della protezione del WWF.) e dopo che una di queste gli ha detto qualcosa gettandoglisi al collo se l'è presa per mano e si è allontanato dietro le quinte con in mano anche una bottiglia di vodka, sparendo così per dieci minuti buoni, lasciando me e mia cugina basite e congelate nel bel mezzo della bolgia, poggiate a una parete che tremava così tanto da fare un massaggio shiatsu a chiunque ci si appoggiasse anche per sbaglio. Parliamone. Anzi no, perché diventerei davvero cattiva e molto probabilmente non ne vale nemmeno la pena. Sicuramente non ne vale la pena... però ci sono rimasta comunque male: è uno dei miei limiti... e dire che di episodi del genere non ne ho certo visti pochi... ma vabbè. C'è da dire che di bello c'è stato anche il fatto che sul palco insieme alla Rock Party Crew (due terzi dei quali quasi mettevano paura... ma il restante terzo catturava tutta la mia attenzione, quindi mi sono spaventata poco, diciamo!) ci sono stati 26 ballerini scelti da una giuria (in cui presenziavano Rossella Brescia e Garrison) che hanno letteralmente infuocato il palco mentre Red Foo, dal suo iPhone, si dava da fare per il suo djset. Niente da dire, assolutamente: per il loro genere sono stati davvero bravi, specie se si pensa alla quantità di alcool in circolo e inutile dire che sono dei mostri per quel che riguarda coreografie e siparietti per coinvolgere il pubblico come quello in cui Red Foo ha urlato “Put your drinks up in the air!”. Ovviamente ha ricevuto come risposta un sentitissimo “Nun c'avemo niente da beveeeeee!” a cui ha replicato disarmante “So... put your medium fingers up in the air!”. Io il dito medio lo uso con parsimonia: sono una sua grande estimatrice in quanto segno carico di un significato semiotico fortissimo. Non lo butto all'aria “così, tanto per”... e se proprio lo dovessi tirare su ad un concerto sarebbe sicuramente durante “Il dito medio di Galileo” di Caparezza, come è successo quest'estate, con molto gusto da parte della sottoscritta... ma a posteriori c'è da dire che in effetti ci sarebbe stato tutto, ma non nel senso in cui lo intendeva lui. Ve l'ho detto che ho le idee chiare ma anche abbastanza particolari, no?

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