"Credo che le persone si aspettino troppo dal matrimonio oggigiorno" disse. "Si aspettano la perfezione. Che ogni momento sia pura estasi. Quello succede in televisione o nei film, non fa parte dell'esperienza di vita reale degli esseri umani.
"Come dice Sarah, venti minuti di gioia qui, quaranta minuti lì, quando li metti insieme hai qualcosa di bello. Il segreto è che, quando le cose non vanno tanto bene, non si butta via tutto. Non c'è niente di male a litigare. va bene che l'altro ti punzecchi un pò, ti dia un pò di fastidio: è parte integrante dell'intimità.
"Ma la gioia che ti dà quella stessa intimità, quando guardi i tuoi figli, quando due amanti si svegliano e si sorridono, quella, come insegna la nostra tradizione è una benedizione. La gente se ne dimentica."
Perchè se ne dimentica?
"Perchè la parola "Impegno" ha perso il suo significato. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi i quando aveva un'accezione positiva. Una persona che si impegnava era da ammirare. Era leale e costante. Ora l'impegno è qualcosa da evitare. Non si vuole essere vincolati.
"Che poi è lo stesso che succede con la fede. Non vogliamo metterci nelle condizioni di dover andare continuamente al tempio, o dover osservare tutte le regole. Non vogliamo prendere un impegno con Dio. Andiamo da Lui quando ne abbiamo bisogno, o quando le cose vanno bene. Ma un vero impegno richiede costanza, nella religione come nel matrimonio."
"E se non ti impegni?" chiesi io.
"La scelta è tua. Ma poi ti perdi quello che c'è dall'altra parte."
Che c'è dall'altra parte?
Sorrise.
"Una felicità che non puoi trovare da solo."
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